mercoledì 18 aprile 2007


SEMPLICEMENTE… NERONE!!
(emisferi capovolti)

C’era una volta, nel bel mezzo di una radura, in un bosco denso e scuro, il………

NO!!
Non si può certo iniziare i questo modo un racconto sul…CEDRONE.

CEDRONE: animale piumoso, tacchino, petto di pollo, coscia, osso a forchetta, buio,
TELIP-TELEP, FLAP-FLAP E CRACK!!

Mah!!
…“…smorza la pila”, dicevo sottovoce al mio amico G., mentre, insidioso nel buio e poco solidale con il silenzio necessario, l’ennesimo rametto si spezzava sotto i nostri piedi, provocando quel caratteristico rumore secco, tanto caro al Cedrone che subito si allarma.

Piuttosto………
…potrebbe colpire la volta celeste che, se limpida nel cielo primaverile, ti fa sentire come rinchiuso in una boccia di vetro e dove, lontani dalle luci che normalizzano il sistema urbano, quasi le costellazioni ti dicono il proprio nome…

Mmmm…difficile decidere…
Forse però così:
Tra scienza e poesia, sudore, freddo e scocciatura, quando in primavera mi trovo al mattino presto, nel buio, ad attendere il Cedrone:

Una persona, compare!
Paaablooo!!??
Che ci fai qui, Pablo?
Sogno o sono semplicemente in bilico tra il giorno e la notte, fra la foresta e il limbo?
Da dove esci? Forse quel pertugio fra le pietre comunica con le Ande e con l’aldilà?
Quasi quasi mi ci infilo anch’io!
Diavolo! c’è scritto (in inglese) ONE WAY!! Sono tagliato fuori!
Ma Pablo!
Questo non è posto per te, hai sbagliato, hai confuso i meridiani ed intrecciato i paralleli, devi rifare tutto!
Anch’io devo rifare tutto, devo togliermi dalla mente queste larghe foglie gocciolanti, queste infinite e viscide liane e quei fiori troppo grandi, esagerati per essere nostri. Devo scappar via da questa foresta tropicale dove le gocce si trasformano in verdi smeraldi e le serpi in fallici attributi!!
Guardo l’orologio, ma vedo solo, una lieve increspatura ………!

Che scherzetto stamattina…cose dell’altro mondo, da non credere.
Ho evocato Pablo!!
Provo con questa formula inventata all’istante a rimettere in ordine le cose:

“Penne nere e penne chiare,
penne rigide e penne morbide,
rossi sopraccigli e becco rapace,
impeto battagliero e pari sguardo.”

Diavolo!
Sembra funzionare!

Paralleli e meridiani si ricompongono e le grosse conifere mostrano nuovamente le loro sagome acuminate.

Me ne rendo conto ora;
ad evocare l’immagine di Pablo la sinergia di immagine fra Condor e Cedrone!
Affinità fra i due?
Nel buio della notte, perché no?

“Io sono il condor volo
su di te che cammini,
e d’improvviso in un giro
di vento, penna, artigli,
ti assalto e ti sollevo
in un ciclone sibilante
di freddo tempestoso.

Alla mia torre di neve,
alla mia tana nera,
ti porto, e sola vivi, e ti copri di penne,
e voli sopra il mondo,
immobile, nell’alto.

……………………”

(Pablo Neruda, Il condor)

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